Tra i giocatori statunitensi tornati a casa in queste settimane segnate dalla pandemia da COVID-19, vi sono DeQuan Jones e Julian Gamble, giocatori rispettivamente di Pallacanestro Trieste e Virtus Bologna. I due sono stati intervistati dal Miami Herald, raccontando le loro motivazioni, la situazione in Italia e perché, secondo loro, altri giocatori made in USA abbiano invece preferito rimanere nel Bel Paese (e più in generale in Europa).

Esordisce DeQuan Jones: “Ho deciso con mia moglie di tornare l’11 marzo. Lei mi ha trovato un volo su internet a 500 dollari che, dopo soli cinque minuti, era balzato già a 2.000 dollari“. Quindi tocca a Gamble: “La mia decisione di tornare a casa non è stata dettata dalla paura del virus, quanto dal rischiare di sentire troppo la mancanza della mia famiglia“.

Jones ripercorre i giorni in Italia prima della partenza: “Siamo passati da una fase nella quale lo staff medico della squadra ci diceva di non preoccuparci e che avrebbero preso tutte le precauzioni del caso, ad un’altra nella quale gli allenamenti erano sospesi“. Il giocatore di Trieste spiega che ad influire sulla sua scelta di tornare negli States siano state lo stop della NBA e l’annuncio di Trump che sarebbero stati bloccati tutti i voli da e per l’Europa.

Tutto ciò è stato determinante nel mio caso” – continua il 29enne di Stone Mountain, Georgia – “Per contratto ero obbligato a restare in Italia, ma c’era una situazione di incertezza assoluta, tutto era in un limbo e questo mi pesava, avendo anche a che fare con una pandemia mai vista prima“.

Sulle conseguenze di questa crisi, è ancora Jones a parlare: “Sicuramente un qualcosa al quale tutti dovranno pensare e che, a mio parere, avrà effetti non solo sulla prossima stagione, ma anche oltre. Tutto il mercato europeo sarà condizionato, dalle risorse finanziarie delle varie squadre alle decisioni di noi giocatori. Chi è rimasto in Italia (e in Europa), sacrificando il modo di vivere e la sicurezza, lo ha fatto per paura di non ricevere il resto dello stipendo oppure di essere accusati di violazione del contratto“.