Come redazione di Tuttobasket.net abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Gianni Di Rocco, figura simbolo e storica del Meta Formia Basketball, quest’anno impegnata da neopromossa nel Girone D di Serie B. Coach della cavalcata dello scorso anno dalla C Gold Lazio, quest’anno Di Rocco ha rivestito il ruolo di vice al fianco del primo allenatore Fabio Lico, oltre ad occuparsi dell’area sportiva.

Allora coach, come state passando questo periodo di quarantena, dal punto di vista personale e come Meta Formia?

Per quanto attiene alla mia sfera personale, come tutti i coach mi sono orientato allo studio e all’approfondimento. Sul web abbiamo trovato tante proposte interessanti in questi due mesi, con clinic si virtuali ma allo stesso tempo ‘reali’. Abbiamo seguito queste lezioni riguardanti varie materie, non solo di tecnica ma anche di preparazione fisica e quant’altro. Non nascondo poi che, avendo una biblioteca molto ampia e ben fornita, mi sono divertito nel rimetterla a posto. Per quanto riguarda il Meta Formia, invece, abbiamo impiegato questo lasso di tempo (e lo stiamo impiegando tuttora) per chiudere i contratti dei ragazzi, andati via da qui già da metà marzo. Siamo alle prese con attività di chiusura della stagione, in attesa di avere indicazioni un po’ più chiare da parte della Federazione.

Il presidente, Roberto Tartaglione, è al lavoro per trovare un punto d’incontro con i ragazzi, essendoci stata una parte di contratto non svolto né per colpa nostra né per colpa dei giocatori. Stiamo trattando su una percentuale compresa tra il 70 ed il 75% della somma prevista dal contratto. Riguardo l’aspetto fisico, con tutta sincerità devo dire che noi non vi abbiamo prestato particolare attenzione, e spiego il motivo. A differenza della Serie A, che ha conservato per un po’ una seppur minima ma reale speranza di riprendere, in Serie B noi sin da subito abbiamo avuto la certezza che il campionato non sarebbe ripartito. Quindi, non avendo una prospettiva immediata, i ragazzi hanno lavorato e stanno continuando individualmente, per conto loro, mentre noi non abbiamo dato indicazioni a livello di attività di gruppo né specifiche“.

Cosa ha pensato quando la sospensione definitiva dei campionati è divenuta ufficiale?

La decisione della Fip mi ha trovato totalmente d’accordo. Anzi. Noi andammo a giocare a Sant’Antimo domenica 8 marzo; una partita preceduta, nelle 48 ore antecedenti, da un tira e molla tra la Lega, noi e la Federazione. Sia noi che i nostri avversari eravamo incerti sul da farsi, se andare o meno, trovandoci già in piena crisi da Coronavirus e avendo avuto già qualche partita rinviata nel turno precedente. Questa fase, probabilmente, è stata gestita con un po’ di confusione e, a mio parere, il campionato andava interrotto già il 1° marzo, quando le indicazioni erano già chiare e tali da imporre molta prudenza, come da lì a poco divenne come sappiamo evidente. Ripeto, per me è stato giusto fermare il campionato. La salute di tutti è prioritaria, poi viene la pallacanestro“.

Secondo voi, il movimento italiano saprà uscire rinnovato da questa crisi? Secondo la sua opinione, cosa andrebbe fatto?

Credo di poter dire di avere un osservatorio ‘privilegiato’, nel senso che ad ottobre compio 53 anni di pallacanestro, 10 da giocatore e 43 in panchina. La pandemia è certamente una disgrazia ma, allo stesso tempo, è anche un’opportunità. Il movimento aveva bisogno di una rivisitazione delle proprie strutture, di una ristrutturazione profonda, e questa è l’occasione giusta. Chiaramente la nostra pallacanestro sta soffrendo in questo momento, in particolare la ‘sofferenza’ dell’imprenditoria italiana come sponsor; però questo è il momento per chiarire una volta per tutte la situazione del nostro movimento.

Cosa voglio intendere? Le società dovrebbero porsi delle domande e, con grande onestà intellettuale, collocarsi nel campionato più consono rispetto alle proprie possibilità e potenzialità. A mio modo di vedere, la ricollocazione libera dei vari titoli sportivi sarebbe sicuramente benvenuta, dalla Serie A fino alla Promozione. Allo stesso tempo, però, dobbiamo capire che le società hanno bisogno di aiuto da parte della Federazione, che deve comportarsi come una mamma, accarezzando i propri bambini, ovvero tesserati e società, tenendoli stretti tutti al proprio grembo, in particolare chi è in crisi. Attraverso una politica di riduzione delle tasse, la Federazione dovrebbe poter consentire a tutti di superare questo momento di enorme difficoltà. Tornando al discorso della ricollocazione, faccio degli esempi. Se il Meta Formia non potrà (o non vorrà) più fare la Serie B, dovrà dirlo e ricollocarsi più in basso; lo stesso se Salerno non vorrà più fare la Serie B e vorrà salire in Serie A2, essendo il loro obiettivo. 

È giusto che ognuno venga inserito nel contesto che ritiene più adeguato alle proprie possibilità reali. Io mi auspico che tutto ciò possa bonificare e filtrare funzionalmente tutto il movimento. La Federazione deve cercare di guardare oltre il proprio naso, avendo la percezione di quel che sta avvenendo in questa fase e di quello che accadrà nel prossimo futuro. Se su alcuni punti, al contrario, continueranno a mantenere posizioni troppo rigide, come si è visto nelle ultime decisioni, andremo tutti in grande sofferenza“.

Entriamo adesso nello specifico per quel che riguarda il Meta Formia. Com’è stata la vostra stagione da neopromossi?

Dal nostro punto di vista è stata un’annata tesa a capire cosa significasse fare la Serie B, a capire che ci trovavamo di fronte una realtà ben più impegnativa e competitiva. È stata una stagione con un bel po’ di difficoltà, essendo la Serie B un campionato, checché ne dicano, molto più strutturato e difficile, senza contare che siamo arrivato con il solo sottoscritto ad avere esperienze precedenti a questo livello. Per questo motivo, già in estate ero consapevole che sarebbe stata dura, anche se poi, tutto sommato, posso dire che ci siamo adeguati e stavamo facendo abbastanza bene, essendo Formia in lotta per ottenere la salvezza sul campo. Avevamo anche fatto qualche aggiustamento al roster, purtroppo tutto vanificato dal Coronavirus e dal conseguente lockdown. Non escludo che nelle ultime sei giornate avremmo potuto continuare a giocarci bene le nostre carte per la salvezza, evitando i Playout.

Il Meta Formia è una società giovane, derivante da una più vecchia, il Coccodrillo Formia, fondata da me e mia moglie una ventina di anni fa. Piano piano, passo dopo passo, vittoria dopo vittoria, siamo arrivati fino a questo punto. In sette anni abbiamo vinto tre campionati, e ciò non è assolutamente facile. Non basta vincere un campionato per diventare grandi; servono l’applicazione, il lavoro, lo studio, la volontà. Come detto in precedenza, grazie alla mia esperienza del passato sapevo bene di cosa si parlasse, a proposito della Serie B. Ma ero l’unico. Non tutti, anche tra dirigenza e staff, erano pronti per trovarsi catapultati in una realtà simile, ma direi che ce la siamo cavata, in maniera umile ma onesta“.

Lei come pensa possa essere il prossimo futuro del Meta Formia?

È una buonissima domanda. La risposta più immediata che posso dare è che io avrei piacere nel continuare in Serie B, per il prossimo anno e tanti altri ancora. E credo che anche il nostro presidente, Roberto Tartaglione, il nostro vice-presidente, Eugenio Polidori, e tutto il consiglio direttivo condividano questa ambiziosa visione. Contemporaneamente, va fatta una dichiarazione di responsabilità: dobbiamo avere i piedi ben piantati a terra e le tasche adeguatamente colme di risorse affinché tutto ciò possa avvenire. Dobbiamo mettere in campo adeguate capacità valutative, prudenza, essere avveduti nel calibrare le nostre decisioni; dall’altro, ovviamente, dobbiamo avere le risorse funzionali per portare avanti il nostro progetto.

Rispettate queste condizioni iniziali, direi che c’è tutta la volontà per provarci. La partecipazione alla Serie B è un evento talmente grande che, di comune accordo, ho scelto di dare una mano nell’area sportiva, molto importante in questo campionato, mentre per l’area tecnica ho voluto passare nel ruolo di vice allenatore al fianco di coach Lico. Il lockdown ha congelato promozioni e retrocessioni e noi facciamo parte delle 63 società che avranno titolo a partecipare alla prossima stagione; noi vogliamo continuare e ci proveremo con tutte le nostre forze, non prima però di aver verificato con prudenza e oculatezza la sussistenza delle condizioni di cui sopra“.

Ringraziamo per la disponibilità Gianni Di Rocco e la società Meta Formia Basketball.