Luis Scola ha incontrato i media prima di imbarcarsi sull’aereo per Monaco dove domani tornerà a giocare in EuroLeague per la prima volta dal 2007. “Teniamo sempre il mercato sotto controllo, così quando si è presentata la possibilità di prendere Luis, visto quanto era motivato e desideroso di venire qui, abbiamo deciso di andare fino in fondo. Ha le caratteristiche soprattutto caratteriali del giocatore che si sposa bene con il progetto che vogliamo costruire e ha carisma”, ha spiegato il general manager Christos Stavropoulos. Ecco in sintesi quello che ha detto Scola.

LA NUOVA EUROLEAGUE – “Manco da tanti anni – dice Scola – e in questo arco di tempo è cresciuta tantissimo, non solo sul campo, ma anche in quello che c’è attorno, come ci si allena, le palestre di allenamento, le camere, i viaggi, è tutto migliorato. Poi c’è il campo: anche se sono stato via, in Nazionale ho incontrato molti dei giocatori che incontrerò adesso, non vedo problemi, sono ottimista per natura”.

LE OLIMPIADI – “E’ chiaro che sono state la grande motivazione che mi ha spinto a giocare la Coppa del Mondo. Se non ci fossimo qualificati avrei smesso, ma una volta qualificati è stata mia moglie – e questo mi ha sorpreso – a dirmi che non avrei potuto smettere adesso. Prima della Coppa del Mondo, ed ero sicuro che avremmo fatto bene, non immaginavo che avrei continuato a giocare, anche se con Coach Messina avevo già parlato, ma in quel momento pensavo solo a fare bene in Cina. Una volta qualificati, ho pensato a dove poter giocare, mi attirava anche l’idea di farlo in Argentina, ma Milano era l’opzione migliore. So di essere a fine carriera: nessuno gioca a 45 anni, non posso guardare troppo avanti, solo Felipe Reyes è più anziano di me in EuroLeague, ma il fisico tiene, posso allenarmi e lavorare bene come ho sempre fatto”.

MILANO – “E’ parte del motivo per cui sono qui: l’opportunità di sperimentare un posto nuovo, una squadra nuova, tornare in EuroLeague e anche giocare per Coach Messina. Ci siamo sfiorati spesso, ma non siamo mai stati insieme. Avrei voluto essere allenato da Coach Popovich nella NBA, ma non sempre succede quello che desideri. Questo però sta per succedere. Vedo tanto talento qui, e quando hai talento e buoni allenatori il processo di acclimatamento risulta più veloce. Sono ottimista”.

L’OLIMPIA – “Conosco la storia e la necessità di vincere, ma fa parte del gioco e poi tutto vogliono giocare in posti dove le ambizioni sono alte. Vincere non è mai facile, in EuroLeague, in Italia, in Coppa del Mondo. Ma è tutto molto stimolante e divertente”.

LA CINA – “Non è un cattivo posto per giocare a basket, ci sono tanti giocatori giovani ed era motivante affrontarli. Se guardate agli stranieri, molti sono stati o sono stelle di EuroLeague o magari nella NBA. Certamente, la Coppa del Mondo ha fatto in modo che più gente tornasse a parlare di me”.

L’ARGENTINA – “Quello che abbiamo costruito è un sistema, una cultura vincente che possiamo portare avanti per tanti anni. La Coppa del Mondo è un esempio perfetto, perché solo io facevo parte della generazione precedente. Possiamo continuare a fare quello che abbiamo fatto in questi anni con un gruppo di giocatori forti, che giocavano bene insieme”.

I CONSIGLIERI – “Ho parlato con giocatori che hanno giocato con Coach Messina o contro di lui e lo conoscono bene. Manu Ginobili, Andres Nocioni, Pablo Prigioni mi hanno tutti incoraggiato a venire. Con Messina ho parlato prima della Coppa del Mondo, ma quello non era il momento per decidere, non sapevo se avrei continuato o meno”.

IL GIOCO – “Giocherò come ho sempre fatto, lavorando duro, preparandomi bene, dando tutto in campo. Mi muovo ancora bene, non sono mai stato né il giocatore più veloce né il più forte fisicamente, ma il mio fisico dice che mi muoverò bene per tutto l’anno. Non importa cosa dice il mio amico Hugo Sconochini, che spero di vedere presto qui a Milano”.

Fonte: Ufficio Stampa Pallacanestro Olimpia Milano