Questa mattina nella Club House societaria, coach Gianmarco Pozzecco ha incontrato i giornalisti in vista della gara di domenica contro la Reyer Venezia.
“Venezia è una delle squadre con il budget maggiore e con giocatori importanti, e indipendentemente dal periodo che sta vivendo è una squadra forte. Non sarà una partita semplice, giocheremo in trasferta, la seconda di seguito. Veniamo da un viaggio lungo e ci siamo preparati sulla base di questi impegni e dei tempi necessari.

L’aspetto su cui sembra abbiate maggiormente bisogno di lavorare sono i black out: cosa succede, è un fatto mentale?
“C’è un aspetto molto importante su cui dobbiamo migliorare: la transizione difensiva, perché non vogliamo perdere quella che è una nostra caratteristica che è il rimbalzo d’attacco. Potremmo banalmente rinunciare a essere così aggressivi a rimbalzo d’attacco e focalizzarci un po’ di più sulla transizione difensiva. Invece noi abbiamo deciso insieme allo staff di mantenere questa peculiarità ma dobbiamo essere consapevoli del lavoro che dobbiamo fare. Non si può però non considerare che nella pallacanestro di oggi, con il tiro da 3 punti e soprattutto con quattro-cinque giocatori in campo capaci di tirare da 3 punti anche vantaggi cospicui si possono perdere in un attimo, basta sbagliare due attacchi e prendi tre canestri da 3 punti vai davvero in black out.

Cosa stai scoprendo di questa Dinamo, cosa ti sta piacendo tanto da farti essere convinto di voler continuare? E come è la situazione fisica della squadra in questo momento?
“Rispondo al contrario: non c’è nulla che non mi piace né che mi faccia pensare a non voler continuare, anzi. Abbiamo uno staff medico eccezionale per disponibilità e passione oltre che per competenza. E quando puoi contare su persone così disponibili sei sicuro che tutto andrà bene. Sono estremamente contento di quello che ho trovato qui riguardo a tutto lo staff. Sono molto contento  di questo, è il frutto di una struttura organizzata e la Dinamo sotto questo aspetto ha una struttura clamorosamente organizzata, lo dico dopo aver giocato in tante società italiane ed europee.
Per quanto riguarda la squadra, i giocatori sono molto disponibili e si rispettano tanto, anche nell’accettare la suddivisione delle responsabilità. Quello che sto per dire non è strettamente legato alla gara che stiamo presentando ma ci tengo a sottolineare che abbiamo un giocatore sardo, Marco Spissu, che secondo me è un giocatore eccellente. Sono molto contento di vivere Marco perché io ho sempre sostenuto che un giocatore per crescere ha bisogno di responsabilità, elemento con cui se un giocatore riesce a convivere si ha modo di crescere in modo esponenziale. Se al contrario un giocatore non ha questa responsabilità automaticamente non ha stimoli, non ha quel giudizio quotidiano che lo spinge a migliorarsi. E infatti secondo me i giocatori italiani hanno un difetto, migliorano poco. Se Marco Spissu giocasse in una generazione diversa rispetto a quella in cui sta giocando – per esempio se avesse giocato la pallacanestro dei miei tempi – oggi sarebbe il playmaker titolare di una squadra forte come Sassari e alla fine di questa annata o della prossima sarebbe un giocatore totalmente diverso. Purtroppo in questa squadra lui deve dividersi questa responsabilità con tanti compagni, più esperti di lui, più pronti. Questo lo dico da sempre e continuo a dirlo oggi. Nutro profonda stima per quello che Marco sta facendo, di lui dobbiamo essere orgogliosi. Se giocassimo una pallacanestro diversa, non così infarcita di stranieri, lui già oggi sarebbe un punto di riferimento e mi auguro che lo diventi presto. Penso che abbia tutte le caratteristiche per giocare come playmaker titolare nella Nazionale, lo dico non per mettere pressione ma perché è una cosa in cui credo davvero”.

In Coppa Italia Venezia ha dimostrato la sua abilità nel condividere la palla nell’attaccare il pick&roll e forse questo è il punto che vi aveva messo maggiormente in difficoltà…
“Sì, chiaramente Venezia sfrutta delle caratteristiche spiccate del suo gioco e noi dobbiamo essere bravi pronti ad affrontare le situazioni. Ha giocatori di talento e ha la possibilità di giocare con gruppi diversi, con svariate soluzioni che possono mettere in difficoltà e costringere la difesa ad adeguarsi, cosa chiaramente non sempre facile e possibile”.

Partita importante anche per la classifica…
“Puoi vincere o perdere contro chiunque, fare calcoli ha un’importanza relativa anche se è chiaro che la classifica sia un elemento indispensabile da considerare. In questo momento siamo un cantiere aperto e dobbiamo lavorare per migliorare, poi i risultati arriveranno di conseguenza. Mi piace ripetere che le cose vengano viste con positività, perché qui c’è una base davvero solida. A prescindere dalla mia presenza, la Sardegna deve essere orgogliosa di avere una realtà come la Dinamo. Lo dico perché nel mondo dello sport spesso si è condizionati solo dai risultati. Ma quando c’è una base solida prima o poi i risultati arrivano”.

Fonte: Ufficio stampa Dinamo Banco di Sardegna