Continua ad essere nebuloso il futuro prossimo dell’Alma Pallacanestro Trieste, dopo l’arresto per presunta frode fiscale del presidente Luigi Scavone, avvenuto la scorsa settimana. In campo e sugli spalti la risposta di squadra e tifosi è arrivata chiara e forte, con grande sostegno e la vittoria netta (97-80) su una squadra in forma come la Vanoli Cremona.

A livello dirigenziale e gestionale, soprattutto, le notizie non sono granché positive. Intervenuto alla trasmissione web ‘Aperitivo sotto canestro‘ de Il Piccolo, il DG Mario Ghiacci ha spiegato la situazione nella quale versa la società alabardata: “L’8 aprile Atea, la holding che controlla il gruppo Alma Spa, farà un vertice per investire una figura in grado di gestire tutte le ramificazioni d’azienda, compresa quella legata alla Pallacanestro Trieste. Subito dopo indiremo un CdA e un’assemblea dei soci in cui decideremo il da farsi secondo direttive Alma. Nel nuovo consiglio di amministrazione della Pallacanestro Trieste, con l’ingresso del sottoscritto ma soprattutto di Marco Bono e Luca Farina, poniamo le basi per allargare la cerchia imprenditoriale locale pronta a supportare il progetto cestistico“.

Calcolando che abbiamo un bilancio al 31 marzo assolutamente in linea e che il 10 aprile pagheremo regolarmente gli stipendi ai giocatori, posso dire con discreta certezza che manchino 600/700 mila euro per finire il campionato” – continua Ghiacci – “Poi per un’altra stagione serve un budget non certo da 3 milioni e 600 mila come si dice in giro. Siamo su cifre più basse, di cui metà più o meno sappiamo arrivare da introiti derivanti dal pubblico“.

La conclusione farà tremare la piazza triestina, anche se sa di presa di responsabilità: “Qualora però non ci fossero i numeri adeguati, con un atto di responsabilità potremmo pensare di vendere i diritti e fare una onesta A2. Sarebbe comunque meglio che sparire. Ma non ci voglio nemmeno pensare, sono un ottimista“.