La Virtus Bologna conclude la fase a gironi di Basketball Champions League con una vittoria, la 10° su 14 partite, battendo i greci del Promitheas con il punteggio di 98-91, sospinti dalla doppia-doppia di Amath M’Baye (20+10 rimbalzi) e dalle prove di Pietro Aradori (16) e Brian Qvale (16+6 rimbalzi). Un successo che vale ai felsinei il primo posto nel raggruppamento D.

Così a fine partita coach Pino Sacripanti: “E’ stata una partita molto complicata da portare a casa. La squadra avversaria, il Patrasso, ci ha messo in difficoltà soprattutto con il pick-n-roll. Ma alla fine siamo riusciti a vincerla e siamo molto contenti di questo. Per quanto riguarda il primo posto nel girone, dobbiamo essere chiari, è un grande risultato. Non è frutto della vittoria di oggi, ma di quelle ad Istanbul, in casa con Strasburgo, di tutta la fatica che questa squadra ha fatto durante questo percorso europeo“.

Ogni tanto qualcuno storce il naso se si perde o se si vince non brillando. Ma non è facile, e cionostante abbiamo fatto finora una grande Champions League” – continua Sacripanti – “Ad inizio stagione ci era stato chiesto di qualificarci, e lo abbiamo fatto come primi del girone. Abbiamo vinto partite importanti, abbiamo faticato, lottato, non ne abbiamo mai data una per persa; ne abbiam vinte molte, perdendone qualcuna all’ultimo tiro. Oggi (ieri ndr), pur con tanti errori e contro un avversario ostico, abbiamo dato tutto e dobbiamo essere consapevoli di quello che abbiamo fatto“.

Credo sia un risultato da festeggiare. Quando sono arrivato, mi era stato chiesto di entrare in Europa dalla porta principale, e ci siamo riusciti, onorando al massimo la competizione chiudendo il girone al primo posto. Spesso si danno troppe cose per scontate. Quello che questa squadra ha ottenuto è frutto del lavoro, del non aver mai battezzato una partita. La Champions vuol dire viaggare, faticare, preparare le partite nel giro di uno o due giorni, cercar di distribuire le energie nell’arco di 40 minuti, rendendo tutti protagonisti. Ripeto, non è per nulla semplice e scontato“, conclude.