Sono ore, giorni, estremamente complicati in casa Virtus Roma, alle prese con una situazione societaria drammatica ed uno sciopero dei giocatori ormai acclarato, da quel che filtra dall’ambiente capitolino. In questi mesi, Claudio Toti, tornato sul ponte di comando a fine luglio per permettere l’iscrizione della squadra in Serie A, dopo che si era defilato a metà maggio, non ha trovato partner che prendano in mano le redini della società, nonostante vari ed accorati appelli.

E così giungiamo alla situazione attuale. Mentre in campo la squadra di coach Piero Bucchi, dopo le sei sconfitte in altrettante partite di Supercoppa, ha cominciato la Serie a con due vittorie e quattro ko in sei giornate, i giocatori sembra non abbiano ricevuto nemmeno la prima mensilità di stipendio, entrando in agitazione.

A Brescia si era già notato il non giocare il primo pallone del match; adesso si è passati ad azioni più evidenti. Ieri, infatti, i giocatori si sono rifiutati di allenarsi, eccezion fatta per un po’ di sala pesi, avviando contemporaneamente le procedure burocratiche per svincolarsi.

Capitan Tommaso Baldasso, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha parlato del difficile momento della squadra: “La settimana scorsa è stata un’impresa convincere molti dei miei compagni, che non volevano saperne di partire per Brescia. Sono stato duro con loro. Per i noti problemi non c’erano né la testa né la volontà di giocare”.

Ho dovuto lavorare tanto per ricucire, soprattutto con gli stranieri. Ho chiesto loro un favore personale ‘Se venite, dovete lottare come se fosse una finale. Perderemo, ma con dignità’. Mi aspettavo quella reazione, dato che questa è una squadra con tanti bravi ragazzi“, continua Baldasso.

Il non giocare il primo pallone della partita? Un’azione concertata, perché ci ha dato fastidio sentire in giro che eravamo stati pagati. Certo, giorno dopo giorno si fa sempre più dura e i miracoli non si possono sempre fare” – conclude – “Sapevo ed ero cosciente che sarebbe stata un’annata difficile, ma non mi aspettavo fino a questo punto“.