Questo mercoledì di coppa con Valencia tanto normale non sarà, con l’indiscutibile anormalità dell’ultima gara in piazza Azzarita per trasferirsi dalla prossima a casa propria, la Segafredo Arena. Dopo il ko di Podgorica la Virtus gioca per risalire la via, Valencia per vidimare annullando il pessimo inizio di coppa (1-2) in uno scontro che i pronostici pensavano magari al vertice: chi vorrà potrà metterle sui due piatti della bilancia, contando che entrambe hanno serie ambizioni di portarsi a casa il trofeo o comunque di strappare un posto nella prossima Eurolega. Senza il successo dello Zenit San Pietroburgo nell’ultima di regular season dello scorso anno contro il Panathinaikos, ora Valencia giocherebbe ancora di là e per tornarci è stato chiamato coach Joan Penarroya, l’uomo delle due Champions e l’Intercontinentale nello storico biennio di Burgos.

Ripetere l’impresa sarà la vera sfida, secondo quella spietatezza darwiniana, imposta o subìta secondo alterne fortune, ma sempre accettata in un mondo dove mangi o sei mangiato. Certamente servirà anche lo sguardo attento di Bojan Dubljevic, che del club conosce ogni spigolo, miglior marcatore nella storia sia in ACB che in Eurocup: per entrare in area ancora una volta toccherrà mettere faccia a garretti contro il montenegrino, al decimo anno con questa maglia e contro il francese Louis Labeyrie (7 rimbalzi in 26,2 minuti). Nononstante i suoi 209 cm è colui che tira di più dai 6,75 (13 in 3 gare) e le triple per Valencia sono tritolo in una cava (38,4% 5a in Eurocup). Accanto, nel ventre caldo dell’area c’è il cubano Jasiel Rivero, il quale invece s’apparenta più col pick n’ roll che col tiro ma resta il top scorer del gruppo (13 punti e 2 stoppate a gara). Sul perimetro da Badalona è arrivato Lopez-Arostegui che l’anno passato, nella corsa della Segafredo verso le semifinali, suonava come un concentrato d’ira fredda cresciuto nei giorni precedenti, tra cattivi presagi e temuti approcci: ne fece 20 in Gara-1 ma la Virtus andò oltre e in Gara-2 fu tenuto a 4. Al momento però la sua stagione appare macerata, ai margini d’una festa senza troppa felicità (6 punti e 4,7 rimbalzi in 25,4 minuti). Se il rapporto tra palle recuperate e perse (0,3) è il peggiore di Eurocup, resta invece discreto fiuto nel rimbalzo d’attacco (30,5% tra quelli disponibili), dove la squadra s’è ripresa i margini migliori gonfiati soprattutto da Rivero e Dubljevic. Per batterla alla Segafredo non basterà ingrassare e amministrare.

 

Comunicato a cura di: Ufficio Stampa Virtus Bologna