Nella tempesta dimostri di che pasta sei fatto, nella tempesta capisci se comunque stai prendendo la direzione giusta per uscirne o rischi di affondare. La Dinamo ha dato in mano il timone a Piero Bucchi, che dopo aver aggiustato la bussola e perso una vela nella trasferta in Ucraina, è attraccato a Venezia in un porto simbolo delle antiche Repubbliche Marinare, come un conquistatore della storia.
Lo ha fatto mantenendo la rotta nonostante che la Reyer con Watt e Brooks abbia provato in tutti i modi a far crollare il muro del Banco. Lo ha fatto rispondendo colpo su colpo, con il coraggio dei grandi condottieri, lasciando seduto Mekowulu per il miglior Diop della stagione. Non guardate le statistiche, quelle individuali a volte mentono perché il senegalese è stato determinante anche difensivamente così come lanciare nella mischia Massimo Chessa, cuore di Sassari, che nel quintetto extra small ha prodotto energia ed equilibrio nel quintetto che poi ha vinto la partita. Burnell e Bendzius sono stati determinanti non nei punti, non nel tiro ma nei rimbalzi, 18 in due, la Dinamo non ha alzato bandiera bianca dentro l’area, anzi nell’ultimo quarto ha chiuso il ponte del fortino, mettendo in grossa difficoltà Venezia a cui sono stati tolti i punti di riferimento. Lo ha fatto con il turbo installato nei piedi di Robinson, playmaker sopraffino per ritmo e coinvolgimento dei compagni, che ha accelerazioni che ricordano il miglior Dyson, determinante nell’attaccare gli esterni della Reyer e arrivare al ferro così come Logan silente per 32’, come i grandi campioni ha deciso di griffare il match con le sue zampate, il DNA magico di questi giocatori non cambia mai, possono giocare male, possono fare fatica ma hanno le stimmate di quelli che vincono le partite, è la generazione dei Bootsy Thornton, generazione di fenomeni che non si arrendono mai, il Benjamin Button di Sassari ha estratto dal cilindro la sua pozione magica. Ecco che come Colombo, Bucchi ha dovuto circumnavigare Napoli e Bologna, sbagliare rotta verso l’Ucraina, per piantare la sua bandierina al Taliercio. Certo non è l’America, ma state certi che questa vittoria rappresenta qualcosa di importante e di pesante per il proseguo della stagione. Sembra freddo, distaccato, invece trasmette un’empatia all’ambiente e ai giocatori care ai migliori condottieri della storia di Sassari. Noi ci crediamo con lui e siamo convinti possa essere veramente la rotta che possa portare il vascello della Sardegna ad altre importanti conquiste.
Sito Ufficiale Dinamo Sassari