
Fultz a Tuttobasket: "Abbiamo un gruppo fantastico. Ma dobbiamo tenere i piedi per terra"
Nato a Lisbona il giorno di San Valentino di 34 anni fa, Robert Fultz è quel tipo di giocatore che, in una realtà come la Serie A2, preferisci sempre avere dalla tua parte, piuttosto che contro. Un lusso, e per esperienza maturata in questa categoria e per il pregresso del giocatore, nato cestisticamente nella Fortitudo Bologna e capace di vestire per 12 volte la maglia della Nazionale. Questa settimana, la redazione di Tuttobasket.net ha avuto il piacere di raggiungere il capitano dei Roseto Sharks.
– Direi di cominciare dal campionato. Nell’ultima sfida, Roseto si è imposta sul campo di Forlì, in particolare con un gran terzo quarto e un Adam Smith ancora uomo copertina. Come l’hai vista?
“È stata una partita difficile su un campo ostico come quello di Forlì: siamo stati bravi a restare in partita nel primo tempo quando faticavamo a trovare ritmo in attacco, e nel secondo tempo grazie alla nostra solidità ed unione siamo riusciti a scappare via. Un fantastico Adam Smith in particolare ci ha dato una grande mano, confermandosi un grandissimo giocatore.”
– Dopo sei partite, gli Sharks sono rimasti soli in vetta alla classifica, con cinque vittorie all’attivo. Dove credete di poter arrivare?
“Siamo contenti di questo avvio positivo di stagione, e ci godiamo quanto di buono fatto fin qui. Allo stesso tempo però vogliamo rimanere con i piedi per terra, sapendo che siamo appena all’inizio e quindi continueremo a lavorare per crescere ed arrivare il più in alto possibile, tenendo sempre ben presente che il nostro obiettivo è quello della salvezza.”
– Sono passati quasi 12 anni dalla tua prima esperienza a Roseto. Quanto è cambiato da allora Robert Fultz?
“È cambiato tanto tra il Robert Fultz di allora e quello di oggi: a quei tempi ero un ragazzo e davo poca importanza a certe cose, che invece oggi ritengo fondamentali. Sono diventato più maturo e riflessivo, ed anche nel basket il mio approccio è diverso: cerco di aiutare gli altri a fare il meglio possibile, nell’ottica di ottenere buoni risultati di squadra sia in campo che fuori.”
– Che gruppo hai trovato?
“Il gruppo è il motivo principale per cui le cose stanno andando nel modo giusto qui a Roseto: stiamo molto bene insieme, ed è molto facile parlare o trovare un punto in comune tra di noi. Penso che questo sia un aspetto fondamentale oggigiorno, che spesso viene anche prima del talento individuale.”
– Quale contributo sei convinto di poter dare alla causa di Roseto?
“Alla causa Roseto darò tutto il mio contributo, sia in campo che fuori: cercherò di essere un esempio quotidiano per i ragazzi data la mia esperienza accumulata in questi anni sui campi, puntando a dare il massimo per la crescita di questa squadra.“