Il capitano della Germani Brescia, David Moss, ha partecipato alla trasmissione “Basket Time 2.0” condotta da Cristiano Tognoli, parlando in primis dell’imminente Final Eight e della voglia di riscattare la sconfitta in finale del 2018: “Gli obiettivi che ho sono sempre gli stessi, questo è il modo di competere e in quest’ottica penso che possiamo anche vincere, perché no? Può succedere di tutto anche nella Coppa Italia, quando sei lì, te la giochi, c’è energia, atmosfera, ambiente e può capitare di tutto perché c’è un’unica partita e tu o vinci o perdi, in inglese si dice “win or go home”. Io penso assolutamente che abbiamo la possibilità di fare qualcosa di speciale però come ogni cosa nella vita si deve pensare una cosa alla volta e ora bisogna pensare alla partita importantissima di domenica contro Venezia”.

Poi David allontana ancora l’ipotesi del ritiro: “Lo sport è dentro di me, è nel mio modo di essere proprio, quindi io vivo per lo sport, per cui non so quando arriverà il momento di smettere. Ogni giorno penso a giocare e con questo in mente e con questa nuova energia difficile che possa pensare di smettere presto, e non solo perché questo è il mio lavoro, ma anche e soprattutto per è la mia grande passione, è quello che mi piace fare. Se il corpo mi dà altri quattro o cinque anni (chi lo sa) allora si può andare avanti. Se quest’anno mi darà una ulteriore carica allora sarà molto bello e sarò contento di continuare. Sono molto pieno di gioia, mi sento bene, il corpo sta bene per cui, come ogni cosa, tutto è possibile. Oggi c’è la voglia di continuare a giocare”.

Quando comunque sarà il momento di fermarsi, Moss terrà aperte varie porte aperte: “Chissà, la vita non sai mai quello che ti riserva. Ho già rivissuto questo in passato. Quando ero a Milano e poi ho smesso, non avrei mai pensato di stare quattro mesi senza una squadra e d’altra parte non mi sono perso d’animo; non giocavo in quel momento e ho coltivato la mia altra grande passione che è la fotografia, l’ho approfondita, ci sono sempre più entrato dentro e nel frattempo cercavo di tenermi in buona forma fisica. Del resto, mai avrei pensato che il mio futuro sarebbe stato a Brescia e che qui sarebbe stata la mia casa. Certo mi piacerebbe rimanere vicino alla pallacanestro, perché è nel mio sangue, in veste di chi o cosa non saprei, se manager, se allenatore, tuttavia io voglio stare qui vicino a mio figlio. La vita va avanti con i progetti ma è anche vero che ogni volta che mi si è presentata qualche situazione nella vita, ho scelto di affrontare quella e su quella progettare e costruire vivendo ciò che la vita mi porgeva. Fino alla fine. Questo è il mio modo di vivere e di giocare, quindi chissà cosa succederà”.

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