Non solo il calcio, tra gli sport di squadra, ha visto la propria macchina rimettersi in moto. Anche nel basket, in attesa del via della NBA a fine luglio, qualcosa si è mosso. In Europa, infatti, tra i campionati più importanti c’è da registrare il restart della Liga spagnola, oltre che dei campionati tedesco ed israeliano.

In Italia, com’è noto, tutto è stato definitivamente fermato dalla Fip lo scorso 7 aprile. E non sono mancate di recente varie riflessioni, impostate sull’assunto che questa decisione sia stata presa con eccessiva fretta e che, aspettando anche solo qualche settimana in più, ci si sarebbe potuti mettere nelle condizioni dei campionati di cui sopra, potendo provare a chiudere i campionati.

Gianni Petrucci, Presidente della Fip, difende le scelte dei vertici del basket italiano, ritenendo inopportuno paragonare la Serie A con la Liga ACB in particolare: “Le società della Liga spagnola sono dotate di palazzetti più piccoli rispetto ai nostri, ma sicuramente migliori e dotati tutti di aria condizionata. Per cui si sono potuti preparare al meglio. È vero che è stato tutto concentrato in pochi giorni, ma tant’è. Rispetto la scelta della Spagna, ma confermo la bontà di quello che abbiamo fatto“, spiega Petrucci in un’intervista a La Gazzetta del Salento, con Franco Castellano.

Voglio ricordare che ci siamo fermati quando i ricoverati nelle terapie intensive da noi erano più di mille al giorno. Abbiamo deliberato di chiudere i campionati su indicazione autonoma delle Leghe” – aggiunge – “Non credo che siamo stati eroici, ma ci attribuiamo il merito di aver usato il buon senso. In serie A, i giocatori stranieri sono andati tutti via subito o quasi, e di sicuro non avrebbe potuto essere garantita l’eguaglianza competitiva. Senza contare i problemi economici come conseguenze del lockdown, dalla mancanza di incassi alla rinegoziazione dei contratti con gli sponsor“.

Anche la Federazione ha avuto problemi in tal senso, e no, non c’erano le condizioni per pensare di interrompere e poi eventualmente riprendere. Mi permetto di dire che una volta rinviati i Giochi Olimpici, e sono stato uno dei primi a proporlo, tutto il resto non poteva che venire di conseguenza“, continua Petrucci.

Il Presidente Fip ha voluto parlare anche della pratica del ‘riposizionamento’: “Una strada a due direzioni, nel senso che le rinunce ad un campionato maggiore hanno anche significato la possibilità per altre società, già pronte, di poter accedere a quello stesso campionato presentando non solo garanzie tecniche ma economiche e strutturali. Se parliamo della Serie A, questa possibilità è stata offerta a Torino e Verona e non possiamo dire che queste due città non meritino la massima serie“.