Ancora razzismo nel basket italiano, ormai una costante soprattutto nelle minors, ma quest’oggi uno spiacevole episodio ha coinvolto Mike Hall della Virtus Cassino, impegnata a Siena nel match di oggi.

“Perdiamo di 2 al termine di una gara pazzesca
Insulti razzisti al nostro Mike Hall
Vince Siena 67-65”.

Questo il tweet della società laziale arrivato quasi in concomitanza con quello del giocatore  americano.

“Ho giocato così a lungo e guadagnato così tanto rispetto per i tifosi di Siena da venire sul campo e dirmi “Negro”. Gli arbitri dicono solo “Ahh, stay calmo”. E’una merda. E’il 2019. Non c’è rispetto per gli americani. I tifosi possono mancarci di rispetto senza problemi. Siamo essere umani. Ma sono sicuro che se ora lo incontrassi fuori dal campo mi chiederebbe una foto. Cazzate. Perché ci sono gli arbitri? Guardano sul parquet mentre ci sono i tifosi in campo. Se hai paura di guidare la partita cambia lavoro. Se io dovessi reagire allora sarei un ragazzo di colore a 5.000 miglia da casa. In una palestra con migliaia di tifosi. Sarei “fuori controllo” o “un problema”. Razzismo e estrema mancanza di rispetto nel 2019? I giocatori di Siena mi stanno chiedendo scusa. E questa merda vale più di una parola. Forse sarò multato per questi messaggi ed i tifosi rideranno perché avranno una bella storia da raccontare, del grosso e pauroso uomo nero. Questa merda davvero non ne vale più la pena. La cosa più incredibile è che si parla di me. Tutti mi conoscono. Tutti i tifosi mi scrivono su Twitter. Ma quando è una partita punto a punto io sono solo “un negro”. I tifosi entrano in campo? Tecnico. I tifosi tirano bottiglie e carta? Tecnico. I tifosi sono pezzi di merda razzisti? Tecnico. Non voglio giocare in una lega o in un paese dove accade tutto questo. Ogni settimana in Italia c’è una storia del genere che sia calcio o basketball. Alcuni si scusano. Una piccola multa. Ma noi dobbiamo vivere con il disprezzo ogni giorno. Davvero non ne vale la pena”.

L’accusa precisa arriva nel tweet di risposta a James White.

“Uno si è avvicinato e mi ha detto in Italiano “vieni qui negro e ti fotto”. Gli arbitri guardavano in terra come per dire “non ti preoccupare”.