Il reparto esterni dell’Unione Basket Padova si arricchisce di un pezzo pregiato con l’ingaggio ufficiale di Mirco Turel. Guardia-ala di 195 centimetri per 87 chilogrammi, Turel si presenta con credenziali di tutto rispetto, forte di un curriculum costellato da esperienze maturate perlopiù in Serie A/2. Nato a Pordenone il 3 aprile 1994, Mirco proviene da una famiglia di cestisti: negli anni ’80 e ’90, il padre Davide è stato un cecchino micidiale prima con la storica maglia dell’Unione Goriziana in A/1 e A/2 e poi a Pordenone, ma anche la madre, Paola Ferrara, giocò ad alti livelli tra A/2 e Serie C. Entrambi i genitori hanno trasmesso talento e passione al primogenito Mirco e alla sorella minore Anna.

Da papà Davide, Mirco ha sicuramente ereditato le qualità balistiche, sfoggiate già da giovanissimo quando ad appena 17 anni esordisce in B alla Falconstar Monfalcone. Da quel momento, la sua carriera si sviluppa in giro per l’Italia, soprattutto in A/2: ImolaBasket Nord BareseTreviglioAgropoliChietiCagliariOrzinuovi (in Serie B) e Caserta. Torna in B nella stagione 2020/2021 al Golfo Piombino, risultando uno dei migliori marcatori del girone A con 16.5 punti di media. Nella scorsa annata sbarca a Roseto: fattura mediamente 8.5 punti a partita, prima di separarsi a campionato in corso dalla società abruzzese per accasarsi alla Fulgor Omegna (quasi 12 punti ad allacciata di scarpe).

«Il direttore sportivo Ferdinando Mozzo e coach Fabio Volpato mi hanno fatto intendere la voglia di fare bene da parte della società», rivela Mirco Turel, «Il mio arrivo a Padova è stato agevolato anche dal fatto di essere vicino a casa, alla mia famiglia a Gorizia, e dal ritrovare giocatori che già conosco come Ivan Morgillo e Corrado Bianconi, con il quale siamo stati compagni di squadra in Nazionale durante le giovanili. Mio papà mi ha raccontato qualcosa sulla storia cestistica della vostra città, dove la passione per il basket è sempre viva. Cercherò sempre di dare il massimo per aiutare la squadra a restare in Serie B. Proveremo a creare insieme entusiasmo a partire dalle piccole cose, pensando a una partita alla volta, per costruire un progetto che possa poi durare nel tempo».