“La squadra che abbiamo costruito mi soddisfa, d’altronde con il doppio ruolo ne sono il responsabile. In molte trattative, è stato decisivo l’apporto del general manager Christos Stavropoulos: sono felice che sia venuto da noi, su di lui è caduto il peso delle trattative, sia in entrata che in uscita”, così Ettore Messina alla ripesa dell’attività dell’Olimpia nell’incontro con i media. Ecco in sintesi le sue dichiarazioni.

Sulle scelte – “Fin da quando sono arrivato ero intrigato dall’idea di avere un giocatore come Sergio Rodriguez, anche per il pubblico, Shelvin Mack avevo provato a prenderlo già quando ero a Mosca. Per il tipo di squadra che vogliamo fare, erano due giocatori che volevo, penso siano ideali per quello che vogliamo fare. Aaron White ci dà velocità e atletismo, può giocare due ruoli, ad esempio quando troveremo una squadra che gioca con un mezzo centro per aprire il campo, lui in quei casi può giocare assieme a Jeff Brooks non solo in alternativa dandoci un assetto versatile. In questo contesto si inserisce anche la scelta di avere un altro centro atipico come Paul Biligha, meno lungo e versatile. Infine, sono contento di aver avuto Ricky Moraschini che è stato riconosciuto come il miglior italiano dell’ultimo campionato. Stavropoulos ha insistito molto su questo punto, ricordando come all’Olympiacos avesse avuto successo con un nucleo di giocatori greci solido. Quest’anno abbiamo provato ad averne uno di italiani allargato”.

Esperienza di EuroLeague – “E’ stata una caratteristica cui abbiamo guardato, ma non un fattore determinante, determinante è stata la disponibilità e la qualità delle persone, perché ho parlato davvero con tante persone per conoscere tutti al meglio. L’abbiamo avuta e di questo sono contento. Ad esempio in Michael Roll, che come tiratore mi serve perché può giocare anche da guardia, caratteristica importante visto che Nemanja Nedovic sta ancora recuperando dai problemi che si trascina dallo scorso anno. Pensiamo di aver individuato il modo di risolvere il problema, ma servirà qualche settimana, non qualche giorno”.

Rotazione e italiani – “Io stesso non ho mai allenato una squadra così profonda. La mia idea è che giocheranno di più quelli capaci e meno gli altri, indipendentemente dalla nazionalità. Ragionando a voce alta, si può ipotizzare un utilizzo del roster stile calcio, in cui utilizzi nove giocatori per dire ma con minutaggi significativi, mentre due giorni dopo fai lo stesso ma i nove sono diversi. E’ una cosa che sperimenteremo”.

Il calendario – “La squadra giocherà molto e si allenerà poco, visto il calendario: in questi anni a San Antonio ho visto quanto sia bravo Gregg Popovich a sfruttare bene il tempo a disposizione. Spero di aver imparato qualcosa in queste cinque stagioni. Less is more, dice lui. Molti non credono che Popovich guardi pochissimo degli avversari durante la stagione, ma è vero: lui si concentra sulla propria squadra. Qui ho la fortuna di avere uno staff di alto livello, risorse molto vicine a quelle americane, quindi starà a me poi decidere come fare, non sottoutilizzare le risorse”.

Le condizioni di Gudaitis – “L’ho trovato bene, non so ancora quando potrà giocare o fare il primo allenamento con contatto, ma ha svolto una seduta intera senza contatto senza problemi. Dopo sette mesi dall’infortunio non è poco. Nel ruolo di centro, non ci siamo posti problemi di mercato, nel senso che siamo contenti di avere Gudaitis e Tarczewski. Non siamo mai stati attivi in quel ruolo”.

Shelvin Mack – “L’abbiamo preso perché giochi tanto, lui e Sergio Rodriguez guideranno il nostro autobus. Alternandosi e insieme dovranno portarci a destinazione”.

L’EuroLeague – “C’è grande interesse in campo e fuori per l’EuroLeague. Anche in America la seguono tantissimo. Qualche settimana fa ero con Stan Van Gundy ad un clinic e mi diceva che lui le guarda le partite. Tutti vorrebbero vincerla o fare strada. La differenza la farà la coesione e la capacità di superare i momenti difficili come ha detto ieri Sergio Rodriguez”.

Il ritorno da capo allenatore – “Il ruolo mi è mancato nell’ultimo anno. Non tanto per decidere che schema fare, ma avere la mia squadra, il mio staff e poi sinceramente provare a fare qui le cose imparate in America. Non posso duplicare quello che faceva Popovich, ma è stato una fonte quotidiana di ispirazione”.

Il duello con Bologna – “La Virtus ha fatto una cosa importante prendendo un giocatore di riferimento come Teodosic: ha mandato un messaggio a tutti, tifosi, ambiente, al campionato. Mi pare che in Italia si sia parlato tanto del livello del cmapionato, fasciandoci la testa, ma gli arrivi di giocatori del genere, Rodriguez, Teodosic, Mack, dicono che siamo importanti, ci sono squadre che hanno fatto tanto anche in Europa penso a Venezia e Sassari. Il campionato continuerà a crescere e bisogna ringraziare alcuni proprietari, a cominciare dal nostro”.

Gli obiettivi – “Abbiamo costruito la squadra pensando di poter raggiungere i playoff di EuroLeague e di vincere il campionato, ma poi dicendolo si pensa che sia obbligatorio centrarli. Andremo in campo e tra qualche tempo capiremo se gli obiettivi sono realistici. Quando ti metti la maglia dell’Olimpia puoi dire quello che vuoi, ma gli obiettivi restano quelli”.

Dichiarazioni a cura di Ufficio Stampa Olimpia Milano.