La Lombardia, come purtroppo rendono evidente le cronache di questi giorni drammatici, è l’epicentro italiano della pandemia da COVID-19, con le province di Bergamo e Brescia veramente martoriate dal virus. Anche la città di Milano è in difficoltà e la gran parte delle attività sono ferme, comprese quelle sportive.

Kaleb Tarczewski, 27 anni da Claremont, New Hampshire, ha scritto un editoriale per il Corriere della Sera, del quale riportiamo qualche estratto, spiegando il perché ha deciso di non lasciare il capoluogo lombardo: “Quando il virus è esploso a Milano, ho pensato subito alla mia famiglia negli Stati Uniti. Ma ho sempre saputo di far parte di una famiglia anche qui, a Milano, e non la lascerei mai perchè ha bisogno di me. Potrei tornare negli States solo se la stagione venisse definitivamente cancellata. Fino a quel giorno resterò qui“.

A me piace tanto stare all’aria aperta e, sinceramente, il pensiero di dover stare chiuso in casa per settimane mi ha devastato” – continua – “Ma la quarantena serve a proteggere gli altri più che se stessi, e questo senso del dovere ha reso la quarantena più facilmente gestibile. In un momento come questo dobbiamo pensare al bene di tutta l’umanità, non ai nostri interessi“.

Tarczewski, quindi, esprime vicinanza a Thompkins e a tutti i malati che stanno lottando con il virus, esprimendo il desiderio che si possa venir fuori da questa situazione il prima possibile. “Spero che Trey Thompkins, e tutti a dir la verità, abbia un recupero veloce. Mi sento vicino a lui, poiché c’è un senso di appartenenza che unisce noi giocatori, nel senso che, quando uno di noi viene colpito, è come se venissimo colpiti tutti” – conclude il giocatore statunitense – “Non vedo l’ora di tornare e proseguire il viaggio. Significherebbe che questo incubo è finalmente finito“.