Josh Owens, 31enne statunitense da Portsmouth, New Hampshire, è tornato in Italia dopo tre anni (precedenti esperienze a Trento e Venezia), firmando per la Pallacanestro Reggiana lo scorso agosto, dopo aver vestito le casacche di due compagini turche (Pinar Karsiyaka e Tofas Bursa) e di una israeliana (Hapoel Jerusalem).

Prima dell’interruzione a causa della pandemia da COVID-19, Owens stava viaggiando a 10 punti e 5.5 rimbalzi di media, in 21 presenze (22.8 minuti d’impiego). Intervistato da Tuttosport, il #22 della formazione di coach Buscaglia ha voluto spiegare il perché abbia deciso di rimanere in Italia.

Fuggire dal virus e dal Paese non è mai stata una mia opzione, e questo per tre ordini di ragioni. Primo, sicurezza immediata; secondo, logistica; terzo, la prospettiva della ripresa del campionato. Non ho voluto andarmene anche perché mi è stato chiaro sin da subito che l’epidemia si sarebbe diffusa ovunque, quindi anche negli USA“, esordisce Owens.

Prosegue Owens: “Ad aiutarmi nella mia decisione c’è stato anche il fatto che l’Italia ha messo in atto misure ad hoc contro la pandemia sin dai primi momenti, come anche il fatto che le persone hanno preso sul serio la situazione in fretta. Nel resto d’Europa c’è voluto tempo per capire la gravità del problema ed ero consapevole che negli Stati Uniti non sarebbe andata diversamente. Sinceramente mi sono sentito più al sicuro qui, in Italia“.

Di solito, in offseason affitto un appartamento a New York” – aggiunge – “Con questa situazione, però, non avrei potuto farlo e tornare comunque avrebbe comportato il passare la quarantena con la mia famiglia, con tutti i rischi del caso. Ad essere sinceri, poi, non volevo affrontare tutto lo stress del dovermi ingegnare per ripartire verso l’Italia nel caso la Serie A fosse ripresa“.

Owens, infine, attacca la gestione dell’emergenza del Presidente Trump: “Penso che la sua azione sia stata ripetutamente lenta e limitata, disprezzando il contributo delle organizzazioni sanitarie e scientifiche. Il suo continuo spingere per il riavvio dell’economia è irresponsabile, pericoloso e controproducente“.