Baiano, piccolo paesino in provincia di Avellino, è uno di quei territori dove il calcio la fa da padrona e dove tutti gli altri sport sono rilegati ad una posizione secondaria. Non la pallacanestro, uno sport che nel mandamento ha una storia pluridecennale, con una tradizione che ha dovuto chiudere i battenti per un fallimento inaspettato durante il campionato di serie C2 campano di qualche anno fa e che è rinato negli ultimi anni. Stefano De Laurentiis, presidente della Pallacanestro Baiano, ha preferito ripartire dalle fondamenta, dai più piccoli, per ricostruire un movimento che abbia sempre più fame di pallacanestro. Ai microfoni di TuttoBasket il presidente della società ha parlato dell’organizzazione della nuova società, dei grandissimi numeri raggiunti in pochi anni e delle ambizioni che insieme a tutto il resto della società ha per la pallacanestro baianese.

– La rinascita del basket nell’avellinese passa anche per Baiano, un territorio che ha sempre portato vigore e interesse per la pallacanestro da oltre trent’anni. Come la Pallacanestro Baiano si sta attestando non solo a livello provinciale, ma a livello regionale , nel basket di oggi?

” Sono passati ben 30 anni da quando Gianni Leggiero e Umberto Esposito, istruttore ISEF il primo e professore di chimica il secondo, crearono il movimento cestistico baianese. Da quel momento abbiamo macinato chilometri verso quasi tutti i parquet della regione Campania ed anche oltre. Oggi siamo assestati a livello provinciale con il Minibasket grazie al grandissimo lavoro di Domenico Rufino ed Antonella D’anna, partecipiamo a gran parte dei campionati giovanili regionali con istruttori tutti nostrani: Alfonso Luciano, il nostro storico coach Antonio Bianco, Francesco Santaniello e il nostro responsabile tecnico a capo del campionato di Promozione Gigi Simeone. Stiamo ottenendo ottimi risultati in tutti i campionati regionali, non andando al di sotto del secondo posto. Lavoriamo con grande qualità nonostante i grandi numeri di tesserati che abbiamo e non è facile. Soltanto con impegno e grande dedizione può essere possibile tutto questo. Mi sembra giusto sottolineare  inoltre come cerchiamo di lavorare a 360 gradi anche al di fuori del parquet. Da quest’anno infatti abbiamo cercato di investire anche sul lavoro dell’equipe “ADueDS”, servendoci del lavoro del nutrizionista Stefano Scafuri, altra gloria della pallacanestro baianese di qualche anno fa. Oltre a lui mi preme ringraziare il lavoro di Antonio Capiluongo, Andrea Miele e Domenico Alaia che seguono con grandissima qualità i passi in avanti di ogni squadra. Grande l’apporto anche del dottor Ciro Sannino che cura soprattutto i nostri piccoli atleti che devono essere seguiti già dalla tenera età. Per noi la pallacanestro non si riduce a tirare la palla in un canestro, ma più che altro è uno stile di vita, cerchiamo di creare oltre che atleti uomini che sappiano vivere in una comunità.

– Tanti anni fa la bruttissima storia che coinvolse il Basket Baiano nella spirale del fallimento, dopo la conquista del campionato di serie D e la partecipazione al campionato di serie C2 interrotta a stagione in corso. Quanto quell’avvenimento è rimasto impresso nella vostra mente e cosa vi ha spinto a ricominciare tutto da capo?

“Ciò che successe al nostro amato “Basket Baiano” è una costante ormai di quello che succede tra le società amatoriali che sono impegnate nei vari campionati. Tra i tanti impegni per le dirigenze sicuramente il fattore economico è quello più delicato da tenere sotto osservazione, anche perché nella maggior parte dei casi a fare investimenti onerosi sono sempre poche persone. Quell’anno fu particolare, l’anno della promozione della serie D fu un successo su tutti i fronti, il palazzetto era sempre pienissimo, le persone amavano il Basket Baiano, avevano il piacere e la passione di venirci a sostenere. Ci ritrovammo l’anno successivo a ricominciare un campionato con costi enormi, senza il nostro amato palazzetto che era inagibile per dei lavori di ristrutturazione. Fummo costretti a dover chiudere battenti a malincuore e a spegnere i sogni che ci eravamo preventivati. Dopo qualche mese di riflessione tanti mi chiamarono perché volevano che fossi al timone di una nuova società, Baiano aveva bisogno che qualcuno non facesse morire il movimento cestistico che negli anni precedenti eravamo stati bravi a costruire con tanto impegno. In pochi giorni abbiamo formato la nuova società e siamo ripartiti. All’epoca chiesi tempo, ho sempre creduto che nel lavoro, così come nelle attività sportive, ci sia bisogno di programmazione e quindi mi diedi cinque anni di tempo in cui costruire le nuove basi di questo progetto. Oggi posso dire di guidare una società sana sotto tutti i punti di vista, organizzata in ogni minimo particolare e soprattutto con una base molto solida, presupposto fondamentale per me per essere duratura nel tempo. Tutti stiamo facendo bene, non mi definisco un presidente ma semplicemente chi comunica le decisioni: io rappresento semplicemente un gruppo dirigenziale che decide tutto insieme e prende il buono e il cattivo da tutte le situazioni che troviamo di fronte nel nostro cammino. Mi preme ringraziare Leo Esposito, Stefano Leggiero e Nino Maietta con i quali ho creato un gruppo decisionale fantastico.”

– I risultati ci sono, il pubblico segue con passione e con amore tutte le squadre di qualsiasi campionato a cui il Baiano partecipa: insieme a coach Gigi Simeone avete già programmato di partecipare ad un campionato senior magari già per vincerlo?

“Non ho mai chiesto a coach Simeone di programmare la vittoria di un campionato, ma se si partecipa ad un campionato è normale che si  punti a vincere. Noi ci siamo dati del tempo, abbiamo creato una squadra composta prevalentemente da under e sapevamo già in partenza che le cose non sarebbero state facili, ma non è certamente un dramma. Abbiamo fatto lo stesso discorso per le squadre under e il tempo piano piano ci ha dato ragione: ovviamente fare lo stesso in un campionato come quello di Promozione è molto più complicato. Ci confrontiamo con squadre che hanno roster di grande esperienza ma io dico sempre che non bisogna mai fare le cose di fretta. Sono sicuro che i risultati arriveranno, sono molto ottimista.”