Il nuovo aumento dei contagi da COVID-19 nel nostro Paese ha riportato al centro della scena le discussioni su quali potrebbero essere gli scenari delle prossime settimane/mesi. Pur provando ad allontanare il più possibile lo spettro di un nuovo lockdown, il Governo tiene però aperta la porta a nuove, ulteriori restrizioni.

In ambito sportivo, c’è il forte timore di dover compiere dei passi indietro, tornando alle porte rigorosamente chiuse o, peggio, ad una nuova serrata. Dopo le dure parole del CEO della Virtus Bologna, Luca Baraldi, a prendere stavolta la parola è stato Ario Costa, presidente della Carpegna Prosciutto Basket Pesaro, raggiunto da Vincenzo Degli Schiavi per La Gazzetta dello Sport.

Io cerco di essere sempre ottimista, ma in uno scenario come quello attuale è davvero dura” – spiega Costa – “Noi proveremo ad andare fino in fondo, ma non ci chiamiamo certo Armani. Senza pubblico, un club come il nostro ha perdite per almeno mezzo milione di euro, vale a dire circa un terzo del budget investito. La situazione è molto seria“.

Premetto che va fatto di tutto per garantire la salute pubblica, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio” – continua – “Lo sport indoor muove un volume di persone ridotto. Parliamo di circa 2.500 persone al massimo per i palasport più grandi. Ciò vuol dire che è più facile garantire la sicurezza“.

Alle condizioni attuali, ribadisce Costa, è durissima andare avanti: “Con il tetto delle 200 persone, al netto dei posti riservati agli addetti ai lavori (circa 125 ndr), a noi non resta nulla. Con quel che incassiamo, non ci paghiamo nemmeno i tamponi. Per noi questo limite di pubblico è un grave problema di budget, anche perché senza pubblico lo sport fatica tanto nell’attirare possibili sponsor“.