Con il campionato 2019/20 di Serie A definitivamente fermato dalla Fip a causa della pandemia da COVID-19, stiamo vivendo settimane molto importanti per il futuro del nostro movimento. Se da un lato la ‘mazzata’ a livello economico ci sarà (e purtroppo anche molto pesante), dall’altro questo momento di crisi può essere l’opportunità per ripensare tutto il sistema in un’ottica maggiormente sostenibile.

Alberto Tonut, ex giocatore in Serie A negli anni ’80 e ’90 con le maglie di Trieste, Livorno, Cantù e Gorizia, nonché forte di 89 presenze in Nazionale (oro agli Europei del 1983 e ai Giochi del Mediterraneo 1993), papà di Stefano, tra gli elementi di spicco della Reyer Venezia, ha avanzato la sua proposta in un’intervista a Il Piccolo.

A mio modo di vedere, il numero di squadre perfetto per la Serie A è 16 squadre. Un numero dispari non mi piace, mentre 18 credo siano troppe” – spiega Tonut Senior – “Per me, quindi, è fondamentale garantire la presenza del pubblico sugli spalti. C’è chi dice che, per garantire uno spettacolo di livello, c’è bisogno di un elevato numero di stranieri, ma io non sono affatto d’accordo“.

I miei tempi erano quelli nei quali ogni squadra aveva non più di due giocatori statunitensi e, sinceramente, non mi dispiacerebbe un ritorno al passato, seppur parziale” – aggiunge – “Avere quattro stranieri nel roster credo possa essere una ragionevole via di mezzo. Ciò spingerebbe a dare più spazio ai nostri ragazzi; una situazione che potrebbe far bene a una nazionale che stenta a ottenere risultati“.