Nel primo anticipo della 24° Giornata di Serie A, poi sospesa e rinviata a data da destinarsi dalla Fip, la Pallacanestro Trieste ha ottenuto un importante successo in chiave salvezza, sconfiggendo all’Allianz Dome l’OriOra Pistoia con il punteggio di 97-80. Sugli scudi negli alabardati DeQuan Jones (23), mentre il top-scorer dei toscani è stato Randy Culpepper (20). Di seguito le dichiarazioni post partita di Dalmasson e Carrea.

Così coach Eugenio Dalmasson: “Abbiamo saputo interpretare nel modo giusto questa partita. Un pò di difficoltà all’inizio per trovare il ritmo giusto, normale dopo un mese di sosta e una simile situazione ambientale. Poi abbiamo sempre avuto il pallino in mano, con margini importanti. Siamo riusciti sia a vincere che a ribaltare la differenza canestri“.

Abbiamo realizzato cinquanta punti nel primo tempo con buone scelte, superando l’incognita del ritmo partita” – aggiunge Dalmasson – “Abbiamo fatto ulteriori progressi oltre quelli fatti prima della pausa. Certo non possiamo fare bene il nostro lavoro, produrre spettacolo per la gente che ci segue. A mio parere, giocare in questa situazione serve a poco, anche al movimento. Le attenzioni, in questo momento, credo debbano essere rivolte in modo totale e completo a quello che è il vero problema del nostro paese, la salute dei cittadini“.

La parola passa poi a Michele Carrea: “Credo che sia onesto da parte mia riferire delle criticità evidenti. Mi riferisco all’allenarsi tutto questo tempo nell’incertezza e con notizie che preoccupano tutti, italiani, stranieri, padri di famiglia e gente con famiglia lontana. Un tema che va sollevato e credo che il capo della barca debba riconoscere ai marinai che in questa stagione sono sempre stati estremamente disponibili e continuano ad esserlo nei limiti di un’emotività non più proiettata sulla pallacanestro ma che evidentemente è interrotta, disturbata da mille pensieri“.

Il nostro ruolo potrebbe essere quello di intrattenimento per un paese che sta vivendo un momento di difficoltà. Ci abbiamo provato, ma le persone che scendono in campo sono persone e le difficoltà che vivono sono quelle di tutti” – continua – “Oggi analizzare il basket senza considerare la componente emotiva sarebbe disonesto da parte mia. La riflessione scientifica che i giocatori sono giocatori ma non sono stupidi e sanno bene che le condizioni che il governo ha posto della vita quotidiana in un campo da basket non sono rispettabili e penso che questo possa legittimamente essere per loro un elemento di preoccupazione“.