L’emergenza Coronavirus sta creando problemi e sconquassi in tutto il mondo, colpendo ogni aspetto della vita di ciascuno. Nel movimento cestistico italiano, la pandemia ha portato alla sospensione di tutti i campionato almeno fino al prossimo 3 aprile, causando sotto un altro punto di vista una vera ‘fuga’ da parte di non pochi giocatori statunitensi, un pò per la paura del contagio un pò per non restar bloccati in Italia, viste anche le misure estremamente restrittive adottate dalla Presidenza Trump nei confronti delle persone provenienti dal nostro Paese.

Sasha Djordjevic, allenatore della Virtus Bologna, affronta a muso duro la questione in un’intervista a Stadio: “Ringrazio i miei giocatori e il mio staff, poiché non abbiamo mai avuto problemi. Ma quando leggo di problemi con gli americani mi sembrano tutte cavolate. Perché? Innanzitutto, per quale motivo dobbiamo distinguerci per passaporto quando siamo una squadra? Noi siamo italiani, serbi, USA, e siamo appunto una squadra, un gruppo;  non ci sono differenze. Noi siamo professionisti. Dove abbiamo casa è dove abbiamo il lavoro, quello è il nostro posto“.

In un momento difficile come questo, Djordjevic ha una sua ricetta: “Dovremmo organizzare delle conferenze stampa nelle quali, attraverso i giornalisti stranieri, far passare messaggi del tipo ‘Ehi, noi stiamo facendo questo, non stiamo scoprendo l’acqua calda, siamo solo in anticipo rispetto a voi. Se ci ascoltate, potremmo risparmiarvi problemi più avanti’. Il nostro modello dev’essere Braveheart, che ordina di attaccare e lo fa di fianco ai suoi soldati. Non Napoleone, che impartisce gli ordini dalla sua tenda“.