Reduce da una prova da 10 punti e 7 rimbalzi nella sconfitta del suo Cameroon contro il Sud Sudan, Paul Eboua si apre a tutto tondo a “Travel Mates”, programma visibile sul canale YouTube della Germani Brescia.  Si inizia parlando della sua recente avventura oltreoceano: “L’esperienza in America è stata fantastica e me la porterò dietro per tutta la carriera. Penso sia un sogno per tutti i giovani arrivare in NBA e toccarlo per mano è un privilegio e un plus che mi porterò dietro per l’intera carriera. Sono stato a contatto con i giocatori NBA, vedendo come si allenavano, come si organizzavano, che intensità mettevano in allenamento. Sono cose che mi hanno aperto gli occhi e che provo a ripetere tutti i giorni per diventare un giocatore migliore”.

Poi Eboua racconta della sua gioventù: “Sono arrivato dal Cameroon nel 2015, iniziando con la Stella Azzurra e poi, grazie al mio agente Maurizio (Balducci, ndr) e ai tornei internazionali giocati, attirando gli scout. Piano piano costoro hanno sempre avuto più interessi, mi sono allenato con i giocatori NBA e mi sono messo in gioco cercando di lavorare con loro. Nel 2019 poi mi sono presentato per la prima volta in estate a Las Vegas, facendo anche workout con Brooklyn, Boston e altre squadre. Alla fine, ho firmato per Pesaro facendo un anno sempre in salita, migliorando anche come confidenza. Dopo il Covid, mi sentivo in fiducia per provare a tornare in America e ho avuto videochiamate con 16 squadre NBA. Successivamente ho fatto la G-League, il training camp con Miami ma loro non si sono inseriti nella bolla di Orlando della G-League e così sono andato a Brooklyn nella loro squadra di sviluppo. Alla fine, ho deciso di ritornare a Pesaro perché la stagione in America era finita e volevo allenarmi e migliorarmi. Lì ci sono veramente delle brave persone nella società e mi hanno aiutato tantissimo. In estate ho firmato con Brescia, prima di andare alla Summer League e di giocare il campionato africano con il Cameroon. Ho sin da subito apprezzato il loro progetto”.

Quest’ascesa non è stata però sempre facile: “Ovviamente ci sono stati momenti difficili, ad esempio arrivando in Italia a 15 anni. Ma ho sempre pensato che questo sia stato un privilegio, rappresentando la mia famiglia, il mio Paese. C’è tantissima gente che in Africa vorrebbe essere al mio posto e io voglio provare ad essere un esempio per loro. Ci sono tantissimi talenti lì che aspettano solo di trovare un’opportunità, un buon agente e la possibilità di viaggiare. Il mio migliore amico, ad esempio, non avendo le stesse possibilità che ho avute, pur essendo fortissimo e un bravissimo ragazzo. Quindi va bene le difficoltà in campo, ma sapendo queste cose, ti viene ancora più la forza di continuare”.

Per il futuro, Eboua non nasconde l’idea di tornare negli Stati Uniti:“Il sogno nel cassetto resta lì per ora. Adesso voglio lavorare, dare il 100% tutti i giorni, ascoltare i consigli degli allenatori. Ci sono tantissime cose che posso migliorare e imparare da zero. Sono molto concentrato per arrivare a quel sogno in fretta perché, è vero, sei giovane ma il tempo passa. Vorrei arrivare velocemente al mio ‘peak’, la NBA è sempre lì e ora so cosa devo fare per arrivarci”.

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