Il presidente del CONI, Gianni Petrucci, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, in cui si espone con toni diretti sulle assenze di Gigi Datome e Marco Belinelli, i quali non saranno della partita per il Preolimpico di Belgrado.

Non entro nel merito delle motivazioni e non voglio accusare i due giocatori” – ha esordito – “Ho provato a convincerli, ma sono rimasti sulle loro posizioni. Però mi chiedo come mai il riposo e gli interventi chirurgici vengano sempre programmati in coincidenza dell’attività della Nazionale. E se Beli e Gigi avessero dovuto giocare la finale scudetto fino a gara­7? Si sarebbero risparmiati?“.

Credo che un campione, davanti alla prospettiva di giocare l’Olimpiade, farebbe qualunque sacrificio per esserci. Ho ancora in mente le lacrime di Messi e Federer ai Giochi. E chiedete a Carlton Myers, nostro portabandiera a Sydney 2000, quali emozioni ha vissuto. Ancora gli brillano gli occhi quando ne parla“, continua Petrucci.

Guardate la Nazionale di calcio con quale trasporto gioca e canta l’inno di Mameli. Ha riportato entusiasmo tra gli italiani” – rincara la dose – “E, guardando al passato, voglio ricordare l’esempio di Totti al Mondiale 2006 quando, infortunato, chiese al c.t. Lippi diportarlo comunque in Germania. Il suo gol all’Australia è stato determinante per diventare campioni del mondo e io, allora ero presidente del Coni e sono saltato in campo per abbracciare Francesco“.

Ha concluso il Presidente Fip, infine, rispondendo alla domanda sulla possibile assenza anche di Danilo Gallinari: “Tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile“.

Articolo a cura di Michele Mandelli.