Proseguono le presentazioni dei nuovi acquisti dell’Olimpia Milano per la stagione agonistica 2020/21. Nella giornata di ieri è toccato ad altri due elementi molto attesi, come Zach LeDay e Malcolm Delaney, dei quali di seguito riportiamo le dichiarazioni, a cura dell’Ufficio Stampa Olimpia Milano.

Partiamo dal 26enne nativo di Dallas, Texas, la scorsa stagione allo Zalgiris Kaunas: “Vorrei direi che sono felice di essere qui, di questi tempi è una benedizione, spero che tutti stiano bene. Con le cose folli che stanno succedendo la prima cosa è ringraziare chi lavora per la salute, quelli che rispondono alle emergenze e aiutano gli altri. Sono grato a queste persone, felice di essere qui e di poter lavorare“.

DOPO KAUNAS – “Non penso al passato, questo è un nuovo capitolo, è la mia terza stagione in EuroLeague, il terzo sistema, gioco ad alto livello da un po’ di tempo, non mi preoccupo, penso solo a lavorare con i miei compagni, fare quello che serve per vincere e dare tutto“.

LE SUE QUALITA’ – “Quello che porto ad una squadra nello specifico sono energia, durezza e versatilità. Non conosco un altro modo per giocare, andare in campo e giocare il più duro possibile, fare quello che serve per vincere. Combattere, aggrapparsi, lottare, lasciare tutto sul campo e farsi delle domande solo dopo. E’ questo è quello di cui ho discusso al telefono con il Coach. Venire qui, giocare velocemente, correre, fare tutto“.

IL RITORNO DOPO IL LUNGO STOP – “Voglio dire che sono grato a chi ci sta aiutando a superare la crisi, ma una volta in campo non penserò che a dare a tutto, portare in campo e lasciare tutto quello che ho, grinta, durezza. Quando sei in campo non pensi a nulla, giochi il più duro possibile e lotti per i tuoi fratelli“.

LA SQUADRA – “Il gruppo di giocatori che abbiamo ha tanto dinamismo, versatilità, possono fare tante cose differenti in campo, in attacco e in difesa. Possiamo giocare veloci con point-guard come Rodriguez e Delaney“.

L’EVOLUZIONE DEL SUO GIOCO – “Mi piace pensare a me come ad un giocatore senza un ruolo definito, posso giocare in qualunque ruolo il Coach voglia che giochi. In campo darò quello che ho per aiutare la squadra a vincere ad un alto livello. Sono un 4 senza posizione, ma posso giocare duro, essere versatile e fare tante cose differenti in attacco e in difesa, aiutare qualsiasi tipo di quintetto“.

Il microfono passa quindi a Delaney, reduce da un’annata in Catalogna con la maglia blaugrana del Barcellona. “Voglio dire grazie per l’opportunità di giocare per un club così prestigioso. Sono entusiasta di essere qui. Fin dalla prima conversazione con Coach Ettore Messina mi sono reso conto che questa era il posto in cui dovevo andare. Ho avuto una lunga carriera, questo è il mio decimo anno, l’ottavo fuori dall’America, e il mio obiettivo è vincere l’EuroLeague. Ho ottenuto praticamente tutto quello che volevo individualmente, ho vinto altri titoli in diversi paesi, ma la ragione per cui sono qui è vincere l’EuroLeague“, dice il 31enne di Baltimora.

Quando ho finito l’esperienza ad Atlanta, avevo detto di non voler tornare in Europa, ma lo scorso anno ho avuto una buona opportunità di tornare e ricordare che sono ancora un giocatore di alto livello in Europa. Penso di averlo dimostrato e così ho ricevuto le attenzioni del Coach e di Christos. Fin dalla prima conversazione con loro, ho capito che volevano davvero che venissi qui. A questo punto della mia carriera, quello che mi serviva era un club e un allenatore che volessero darmi l’opportunità di guidare una squadra, di caricarmi sulle spalle il peso di aiutarla a vincere, e questo è quello che sarà il mio lavoro qui. Voglio vincere“, aggiunge.

CHE GIOCATORE SARA’ – “Nel primo colloquio con il Coach, lui mi ha chiesto di essere me stesso. A Barcellona, la situazione era diversa, ero arrivato tardi, qualche volta ho dovuto assumere il controllo della partita, ma non era quello il mio ruolo. Volevo essere me stesso, ma al tempo stesso non volevo prevaricare nessuno rispetto a quello che mi era stato chiesto. Non mi diverto se non sono me stesso, il che non significa che devo necessariamente segnare, posso farlo coinvolgendo gli altri giocatori. Come nella stagione alla Lokomotiv, ho segnato tanto, ma al tempo stesso i miei compagni hanno tutti giocato come non avevano mai fatto in carriera. Sono orgoglioso quando riesco a rendere i giocatori attorno a me migliori. Chiunque abbia giocato con me, l’ha apprezzato. Sarò in modalità aggressiva, non solo per divertirmi, ma per trasferire questa mentalità alla squadra. Se mi vedranno giocare duro, giocheranno duro anche gli altri. Questo è il tipo di leader che sono“.

IL RITORNO NELLA NBA – “Prima di Barcellona, quando ho lasciato la Cina, il mio unico obiettivo era tornare nella NBA. Coach Messina mi aveva chiamato, anche un paio di squadre, ma non ero interessato. La mia testa era alla NBA. Sentivo di poterci giocare, la Cina mi aveva restituito la fiducia che cercavo. Anche le 40 partite che mi mancano per la pensione NBA erano un fatto importante. Questo è il motivo per cui sono arrivato tardi a Barcellona. Stavo parlando con i Knicks, ero stato al minicamp di Golden State. Ma la NBA ha i suoi ritmi e io volevo giocare. Il Barcellona è arrivato al momento giusto, volevo divertirmi e cercare di vincere l’EuroLeague. Adesso alla NBA non penso più, sono qui, questa sarà casa mia per i prossimi due anni e questo è il posto in cui voglio vincere per i prossimi due anni“.

RODRIGUEZ – “Credo che nel secondo colloquio che ho avuto con il Coach lui mi abbia detto che aveva parlato con Chacho e che lui stesso voleva che venissi a Milano. Il Coach ha fatto un buon lavoro di comunicazione. A me non interessa, la cosa più attraente di me è che posso giocare con chiunque. Posso giocare point-guard, shooting guard, se devo segnare posso farlo, se devo giocare solo da point-guard lo faccio. Giocare con Chacho sarà divertente, è uno dei giocatori più spettacolari contro cui abbia mai giocato in Europa. E’ un vincente, e insieme possiamo segnare, giocare lontano dalla palla, poi lui è un grande passatore, può segnare se serve, e tutti e due possiamo rendere i compagni migliori. Giocando insieme, penso che avremo un illimitato numero di possibilità con la palla“.

I SOCIAL MEDIA – “Il 90% di quello che scrivo è sarcastico. Adesso interagisco solo con i tifosi di Milano. Se mi fanno una domanda, rispondo, se mi chiedono magari di mandare dei messaggi diretti a dei bambini, posso farlo. Ma una cosa che non faccio mai è far fare brutta figura al club o a me stesso. Non manco mai di rispetto alla gente, ma non tollero neppure che si manchi di rispetto a me. Se qualcuno ci prova lo blocco, non mi metto a discutere avanti e indietro. Per lo più cerco di divertirmi, i tifosi mi hanno apprezzato ovunque sia andato perché parlo con la gente e sono sempre la stessa persona, che vinca o perda. Non sono di quelli che si fanno vedere sui social media quando vincono e se perdono spariscono due settimane. Io sono in Europa da solo, non ho la famiglia con me, sono single, non ho bambini, parlare con amici e tifosi è quello che faccio“.

COSA SERVE IN EUROLEAGUE – “Con la Lokomotiv ci siamo andati vicino, abbiamo semplicemente incontrato una squadra attrezzata meglio, il CSKA Mosca, ma abbiamo avuto una grande stagione, eravamo una squadra che non doveva fare nulla. A Barcellona avevamo una squadra che pensavo potesse vincere l’EuroLeague. Quindi penso di avere l’esperienza per sapere cosa serva per vincere, ma di sicuro lo sanno molti dei miei compagni di squadra. Se devo fare un passo indietro e guardare a loro, a come approcciano le cose, lo farò, perché loro l’hanno già fatto“.

KYLE HINES – “Penso che tutti sappiano chi sia Kyle Hines. Non ho mai sentito una parola negativa su di lui. E’ uno di quei giocatori che non parlano, ma sul campo è un vincente. Ci sono giocatori di cui non è necessario sentir parlare. Ho giocato contro di lui tante volte, nella VTB League, in EuroLeague fin dai tempi di Monaco. E’ un giocatore raro, un americano che non è per nulla egoista, è semplicemente un giocatore di squadra che pensa solo a cosa fare per vincere. Per me, sono entusiasta: quando il coach mi ha detto che c’era la possibilità di averlo quello è stato uno dei motivi che mi hanno spinto a venire qui. Giocare accanto a Kyle Hines sarà positivo anche per la mia carriera“.

LE MIGLIORI GUARDIE 1VS1 DI EUROLEAGUE – “Mike (James) è uno dei miei migliori amici, con Shane Larkin ci siamo conosciuti in estate, non conosco Scottie Wilbekin personalmente, ma è uno dei migliori contro cui abbia giocato. Ma con la libertà di creare e la palla in mano, la miglior guardia in Europa sono io“.