Di strada, nonostante l’ancor giovane età, ne ha fatta davvero tanta. Ma, anche ora che è stato designato quale assistente del coach Romeo Sacchetti nella nazionale tricolore, Paolo Galbiati non dimentica da dove il suo amore per il basket germogliò per crescere sempre più. E le sue origini si chiamano Pallacanestro Bernareggio. E le parole rilasciate in un’intervista al sito della società brianzola non sono solo una disamina, ma una dichiarazione d’amore. L’ex, tra le altre, di Olimpia Milano e Vanoli Cremona, classe 1984 e nativo di Vimercate, ha del resto trascorso a Bernareggio due periodi di grande rilevanza dei suoi trascorsi professionali, il primo tra il 2006 e il 2010, il secondo tra 2015 e 2016. “In questo momento – dichiara nell’intervista rilasciata al sito della Vaporart – mi sento addosso un mix di emozioni molto forti, sono felice e mi sento strano allo stesso tempo, il mio è stato un percorso atipico, sono arrivato dove sono ora lavorando sodo, confrontandomi e facendo cose buone ma anche meno”. Sempre con la filosofia di fondo di apprendere, di assorbire come una spugna i segreti del mestiere per affinarsi sempre meglio professionalmente e nella consapevolezza che il basket è fatto di amore per la palla a spicchi, ma anche di esperienza e di formazione. Poi Galbiati comincia a sfogliare l’album dei ricordi con Bernareggio , fatto davvero di molte pagine e tutte dorate. “A Bernareggio ho iniziato – dice – perchè il papà di Raffaele Cogliati mi ha per primo fatto sedere in panchina e dandomi la possibilità di innamorarmi, è stato un vero punto di partenza perchè ho iniziato dai bambini e man mano il patron Max Bardotti mi ha fatto crescere, dandomi gruppi sempre più importanti dal minibasket all’under 20 e spingendomi poi ad andare all’Olimpia Milano per continuare il mio percorso”. Una gavetta robusta, quindi, in cui Bernareggio ha fatto la parte del leone. Anche sul piano del sentimento cestistico dal momento che, come prosegue nelle parole dell’intervista, “sono stati anni molto belli, importanti per la mia formazione con persone meravigliose che mi hanno aiutato moltissimo nel mio percorso di crescita”. Dall’under 13 all’Eccellenza, sempre con lo stesso amore per il basket. E sempre fedele a una filosofia riassumibile in quattro parole: divertirsi con la pallacanestro “perchè – ha concluso – noi facciamo sport, che è fatto di vittorie e sconfitte che fanno male, ma l’obiettivo è sempre diventare ogni giorno la versione migliore di noi stessi per vivere bene”. Di un basket che è regalarsi gioia ma anche, innanzitutto, regalarla anche “alle persone che stanno intorno a noi”. Storia di Paolo Galbiati, un tecnico che, nonostante i prestigiosi traguardi acquisiti, non ha dimenticato le sue origini e le conserva sempre nel cuore con gioia e orgoglio.