L’emergenza Coronavirus ha già stravolto e stravolgerà inevitabilmente le vite di tutti, mondo dello sport compreso. Dopo l’annullamento della stagione, anche le società di basket – da quelle di Serie A alle dilettantistiche – sono alle prese con incognite e interrogativi in vista della ripresa. Dall’emergenza Covid-19 all’iscrizione al prossimo di campionato di Serie A2, fino alle tempistiche e alle modalità della ripartenza: ecco la nostra intervista esclusiva a Marco Pagliariccio, addetto stampa della Poderosa Pallacanestro Montegranaro.

Come stai vivendo la quarantena?Personalmente non è cambiato troppo rispetto alle abitudini precedenti, essendo un giornalista freelance con diverse collaborazioni e non solo addetto stampa della Poderosa. Ovviamente è cambiato un po’ il modo di lavorare, ma già da prima lavoravo moltissimo da casa. Quindi al di là del fatto che si sia fermata l’attività sportiva e quasi tutto quello che riguarda la Poderosa, per il resto del mio lavoro continuo a lavorare normalmente da casa. Ovviamente ho un po’ più tempo libero per me, quindi lo uso come penso faranno tutti leggendo libri e guardando film. Adesso siamo tutti carichissimi su “The Last Dance” su Netflix“.

E la Poderosa?Per quanto riguarda la Poderosa è tutto in stand-by. Ancora non si capisce quando, dove, come e perché si ripartirà con i campionati, quindi di fatto è tutto in divenire. Non è un mistero che c’è anche da valutare se effettivamente la Poderosa sarà al via del campionato di A2 l’anno prossimo, perché le difficoltà sono grandi a livello economico. La passione c’è sempre, ma bisogna anche fare i conti con i soldi. Attività?Per noi adesso è tutto sospeso, perché giocatori e staff sono tutti rientrati a casa e sarebbe impossibile fare o programmare attività di qualsiasi tipo. Adesso siamo concentrati a livello online con l’iniziativa “Leggende” della LNP, che ci porterà nei prossimi giorni ad eleggere la “leggenda” della nostra società. In finale ci sono Valerio Amoroso e Jeremy Simmons e domani sapremo chi sarà“.

Sull’annullamento della stagione: “Tempi e modi sono stati assolutamente corretti, perché anche se ormai si comincia a profilare la fase 2 della riapertura anche degli allenamenti delle squadre non ci sarebbe stato tempo. E poi con le squadre ferme già da mesi, sponsor che non pagano e che mettono quindi in difficoltà la prosecuzione dell’attività delle singole società sarebbe stata una cosa veramente impensabile andare avanti. Quindi direi sostanzialmente giusto“.

Uno sguardo anche a tempi e modi della ripartenza dei campionati: “Ovviamente c’è da capire quale sarà la soluzione a livello globale – nazionale ma anche internazionale – perché comunque parliamo per la A2 e per la A anche di giocatori stranieri. Io credo che come hanno sottolineato tante società sia importantissimo poter giocare a porte aperte, perché è una voce di bilancio importante. E in un momento in cui moltissime aziende che fanno da sponsor taglieranno i contributi – e i contributi sulle sponsorizzazioni saranno sicuramente i primi ad essere tagliati – è ovvio che quella degli incassi derivanti dal pubblico di casa diventerà una voce di bilancio ancora più importante per le squadre sia di A che di A2. Io aspetterei, anche a costo di ripartire a gennaio 2021, però bisogna poter giocare davanti al pubblico per una questione principalmente economica. Si potrebbe anche far iniziare a porte chiuse e poi cambiare in corsa, ma la cosa sarebbe troppo impattante a livello economico. In questo la Federazione dovrà venire incontro alle società, perché se i costi non si abbassano moltissime faranno fatica ad iscriversi“.

Inevitabile infine, dato lo spunto, una parentesi su ‘The Last Dance’: “È evidente che sia un lavoro senza precedenti nella storia della narrazione sportiva a livello globale. In primis per le premesse, perché pensare di girare a prescindere dal risultato della stagione per un anno, seguire tutti gli spostamenti di una squadra e pensare una cosa del genere nel 1997 ti fa capire quanto fossero già avanti allora gli americani rispetto a noi nella narrazione sportiva e nella concezione del racconto sportivo. Da noi è difficile da immaginare. Ovviamente per coglierne appieno il senso dobbiamo aspettare che usciranno tutti gli episodi, però già dai primi si percepisce che siamo ad un livello di approfondimento e di qualità nella narrazione sotto tutti i punti di vista – di contenuti e qualità video – che per me non hanno precedenti“.